la figura di Hans Asperger (1906 – 1980), austriaco, è sicuramente interessante ed anche inquietante. Recenti studi hanno messo in evidenza come, pur non essendo iscritto al partito nazista, partecipò al tristemente noto programma T4. Forse però cercò di salvare alcuni bambini da lui ritenuti meritevoli. Così attualmente lo stesso eponimo mette in imbarazzo alcuni studiosi, come Simon Baron Cohen, e non compare più nel DSM5.
La sparizione della sindrome di Asperger
Asperger’s syndrome: a clinical account
Lorna Wing, Psychological Medicine, 1981
Le caratteristiche cliniche, il decorso, l’eziologia, l’epidemiologia, la diagnosi differenziale e il trattamento della sindrome di Asperger sono descritti. La classificazione è discussa e sono fornite le ragioni per includere la sindrome, insieme all’autismo infantile, in un gruppo più ampio di condizioni che
hanno in comune un difetto dello sviluppo dell’interazione sociale, della comunicazione e dell’immaginazione.
Subtyping the Autism Spectrum Disorder: comparison of children with high functioning autism and Asperger syn
drome
Concetta de Giambattista et al., Journal Autism Develop Dis., 2018
Dalla prima descrizione di Hans Asperger del 1944, fino alla traduzione e definizione di Lorna Wing del 1981, fino alla sua introduzione nella quarta edizione del DSM del 1994, la sindrome di Asperger (AS) ha sempre sollevato dibattito e interesse, fino alla sua scomparsa nella quinta edizione del DSM nel 2013. Il dibattito riguardava la validità diagnostica e la sua differenziazione dall’autismo ad elevato funzionamento (HFA). Questo studio cerca di esaminare se AS differisce da HFA nel profilo clinico e di analizzare l’impatto della innovazione del DSM 5. Le differenze cognitive, del linguaggio, della capacità scolastica e delle comorbidità sono state rivelate quando 80 AS e 70 HFA (dai 3 ai 18 anni) sono stati comparati. I risultati suggeriscono che una distinzione empirica di AS all’interno dei disturbi dello spettro autistico potrebbe essere clinicamente utile.
In ogni caso va detto che la classificazione DSM 5 attuale, in 3 livelli di funzionamento, certamente non rende ragione dell’estrema variabilità e complessità dei quadri. Ormai esiste una vastissima letteratura non solo sugli Asperger (o aspi, come si definiscono), ma degli stessi Asperger. Che forse non costituiscono un gruppo di disturbi, ma una modalità originale (e non priva di punti di forza e creatività) dell’essere umano.
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