Dissociation in Psychiatric Disorders; a Meta-analysis of Studies using the Dissociative Experiences Scale
Lisa Lyssenko et al. Amrican. J. Psich. (sept 2017)
Obbiettivo: la dissociazione è un costrutto complesso e ubiquitario. Sintomi della dissociazione sono presenti in una grande varietà di disordini mentali e sono connessi ad una maggiore gravità e una peggiore risposta al trattamento, non solo nei disordini ad alto livello di dissociazione. Questa meta analisi offre una sistematica rassegna della prevalenza e distribuzione della dissociazione, come valutato dalla Dissociative Experience Scale (DES), in diverse categorie dì disordini mentali. Esso include 219 pubblicazioni, comprendenti 15.219 individui in 19 categorie diagnostiche.
Risultati: nelle forme dissociative furono trovati i punteggi più alti (media del punteggio maggiore di 35), seguiti da PTDS, personalità borderline e disturbo da conversione (media del punteggio maggiore di 25). Disordini Somatoformi, quelli relati all’abuso e alla dipendenza da sostanze, da disturbi dell’alimentazione, schizofrenia, ansietà, OCD e anche molti disordini affettivi mostravano alti punteggi (maggiore di 25). Il disturbo bipolare aveva punteggi più bassi (media 14.8).
Il termine dissociazione in italiano può presentare rischi filologici. Infatti è stato usato riguardo alla schizofrenia (mente divisa o dissociata, da Bleuler) mentre qui si intende tutt’altro. Ultimamente si è acclarato che la dissociazione (definizione DSM5: distruzione di/o discontinuità nella normale integrazione della coscienza, memoria, identità, emozione, rappresentazione del corpo, controllo motorio e comportamento) è un fenomeno, di per se’ non patologico, frequente ed ubiquitario. La dissociazione è in genere legata al trauma psichico, i cui confini ogni giorno si espandono. Inoltre è un fenomeno tipicamente transnosografico.
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